• 16 Novembre 2025 6:43

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Stefano De Martino: “Bravo, ma non leggenda”. La sentenza

DiMario Altomura

Ott 28, 2025
Stefano De MartinoStefano De Martino PH Pinterest

Alessandro Cucinotta analizza il futuro di Stefano De Martino, paragonandolo a Sinner, e spiega perché Gerry Scotti è l’Alcaraz della TV.

Cosa rende davvero grande un conduttore televisivo? È solo questione di professionalità, o serve anche quel carisma che buca lo schermo e resta nella memoria? Per esplorare questo tema – e il curioso parallelo tra il mondo della TV e quello del tennis – abbiamo incontrato Alessandro Cucinotta, conduttore e showman siciliano, grande conoscitore del piccolo schermo e delle sue dinamiche. Con lui abbiamo parlato di Stefano De Martino e Gerry Scotti, di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ma soprattutto della differenza – netta – tra chi mantiene in vita uno show e chi, invece, lo trasforma in leggenda.

Alessandro Cucinotta
Alessandro Cucinotta PH IG

De Martino come Sinner, Scotti come Alcaraz

Partiamo dal parallelo iniziale: perché definire Stefano De Martino il “Sinner della TV”? Perché, proprio come Jannik Sinner nel tennis, De Martino è impeccabile. È un conduttore ordinato, controllato, professionale. Tiene su Affari Tuoi con precisione e porta ascolti, senza mai sbagliare un colpo. Ma, proprio come Sinner, non infiamma. Non ha quel guizzo che ti resta in mente, quel colpo di genio che trasforma un bravo professionista in un’icona. Esattamente. Sinner è un campione disciplinato, vincente, ma non ha ancora quell’aura mitica. Allo stesso modo, De Martino è affidabile, elegante, solido. Ma difficilmente diventerà “il volto” della TV. È bravo, molto bravo, ma manca ancora quel qualcosa in più che fa la differenza tra chi lavora nella storia e chi la scrive. E Gerry Scotti? Dove si colloca in questo confronto? Scotti è l’Alcaraz della televisione. Un fenomeno puro. Quando guardi La Ruota della Fortuna, non guardi il format: guardi lui. È il carisma fatto persona, ha una naturalezza e un magnetismo che non si insegnano. Così come Carlos Alcaraz in campo: imprevedibile, spettacolare, nato per dominare il palcoscenico. Con lui, il tennis non è solo sport, è emozione pura.

Il futuro di De Martino: condannato alla competenza?

Insomma, due categorie diverse? Totalmente. De Martino e Sinner sono solidi, vincenti, affidabili. Ma, alla fine, sostituibili. Scotti e Alcaraz, invece, sono unici, irreplicabili. Lasciano un segno, entrano nella memoria collettiva, diventano storia. E De Martino cosa può aspettarsi dal futuro, secondo lei? Può considerarsi fortunato: ha una posizione solida e rispettata. Ma anche sfortunato, perché se non compie un salto di qualità, resterà per sempre il “bravo conduttore” e non diventerà mai il “fenomeno che ha cambiato la TV”. È come se fosse condannato alla competenza, ma non alla leggenda. Una conclusione spietata? Realistica. Affari Tuoi può andare avanti anche senza De Martino. La Ruota della Fortuna senza Scotti, invece, non ha senso. Allo stesso modo, il tennis sopravvive senza Sinner. Ma senza Alcaraz perde metà della sua anima. Ed è questo il senso del paragone: nel gioco – che sia televisivo o sportivo – la fortuna non basta. C’è chi è destinato a fare la storia, e chi è destinato semplicemente a tenerla in vita.

A cura della redazione

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