Il concorso si avvicina, ma non ci sono ostacoli da temere
Il 7 maggio si avvicina, e con esso la cerimonia dei David di Donatello, il più ambito riconoscimento del cinema italiano, che premia ogni anno le eccellenze del nostro settore cinematografico, inclusi attori, attrici, registi e maestranze.
Il giovane attore Salvatore Piemonte parla della sua visione
In questi giorni, il giovane attore Salvatore Piemonte è impegnato sul set di un film che racconta una storia di grande importanza per la sua amata Sicilia, ma le informazioni su questo progetto sono ancora avvolte nel massimo riserbo. Salvatore Piemonte ha condiviso con noi le sue emozioni riguardo ai David di Donatello e a come questo premio rappresenti un traguardo straordinario per un attore emergente come lui.
Cosa rappresentano per te i David di Donatello come giovane attore?
Il David di Donatello è senza dubbio uno dei premi cinematografici più prestigiosi in Italia. Per me, vincere questo premio sarebbe un punto di arrivo straordinario, un riconoscimento importante per un giovane attore che si impegna ogni giorno nella sua arte. Essere apprezzato e celebrato per il proprio lavoro è il sogno più grande di ogni attore.
Un film o un’interpretazione che ti ha impressionato quest’anno?
Uno dei film che mi ha particolarmente colpito quest’anno è Parthenope, diretto da Paolo Sorrentino. Questo film ha una capacità straordinaria di raccontare la vita attraverso le esperienze della protagonista, riflettendo sui cambiamenti inesorabili della vita, sull’amore e sull’assenza di esso, sui nuovi inizi e sulle fini inevitabili. Rappresenta davvero la vita di ciascuno di noi. Per quanto riguarda l’interpretazione, sono rimasto colpito da Elio Germano. Come ha dichiarato lui stesso nell’intervista con Fabio Fazio, interpretare un ruolo importante in un film dalle tematiche complesse e significative come Berlinguer – la grande ambizione è stato un segno di grande ambizione artistica.
Chi sono gli attori e i registi che ti ispirano maggiormente?
Sono molto ispirato da Paolo Sorrentino, un regista che trovo incredibilmente originale e innovativo nel panorama cinematografico contemporaneo. Il suo stile rigoroso e quasi geometrico nelle inquadrature mi affascina particolarmente. Inoltre, mi piace molto Gabriele Muccino, per i suoi temi freschi e moderni che trattano questioni giovanili, e credo che un giorno mi piacerebbe recitare in un suo film. Per quanto riguarda gli attori, Pier Francesco Favino è uno dei miei preferiti, perché riesce sempre a trasmettere emozioni profonde, rendendo ogni ruolo autentico e vivo.
Ti immagini un giorno sul palco a ritirare un David? Quale ruolo ti piacerebbe interpretare?
Immaginare di ritirare un David di Donatello mi emoziona profondamente. Se un giorno dovessi avere l’onore di riceverlo, sarebbe la realizzazione di un sogno che coltivo da sempre. Mi piacerebbe essere premiato come miglior attore protagonista in un ruolo drammatico e introspettivo, uno che possa emozionare veramente chi mi guarda. Credo che il pubblico apprezzi enormemente chi riesce a coinvolgerlo con la propria performance.
Quanto è importante oggi un premio come il David di Donatello per i nuovi talenti?
I premi, come il David di Donatello, sono fondamentali nel far emergere nuovi talenti nel panorama cinematografico. Sono strumenti che danno visibilità e riconoscimento a interpreti unici e ad artisti emergenti. Senza i premi, molte persone con grande talento potrebbero rimanere nell’ombra, quindi il riconoscimento rappresenta una vera opportunità di crescita e di scoperta.
Se potessi collaborare con uno dei candidati di quest’anno, con chi ti piacerebbe lavorare?
Mi piacerebbe molto lavorare con Pier Francesco Favino. Ho una grande stima per lui, e sono sicuro che sarebbe una collaborazione arricchente. Sogno di lavorare con lui in un film drammatico, che affronti temi forti e significativi. Penso che sarebbe un’esperienza davvero formativa e stimolante per la mia crescita professionale.
A cura di Mario Altomura
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